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Campodolcino - Teleferica Campodolcino-Diga Val di Lei

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Nome impianto: Campodolcino-Passo di Angeloga-Diga Val di Lei
Costruttore: Agudio
Sigla: BMRW
Anno di dismissione: 1.976
Anno di costruzione: 1.957
Anno di innaugurazione: 1.957
Località: Campodolcino (SO)
Stazione sciistica: nessuna
Portata oraria: 50 Ton/h
Società esercente: Agudio
Tipo di veicolo: trasporto di due bidoni da 4 quintali l'uno
Capacità veicolo: 800,00 Kg
lunghezza inclinata: 14.203,0m
lunghezza orizzontale: 13.994,0m
Dislivello: 1.651,0m
Quota stazione valle: 1.070,0m
Quota stazione monte: 1.970,0m
Quota stazione intermedia: 2.253,0m
Velocità: 3,3m/s
Potenza argano: 354,0KW
Stazione intermedia: Si
Ubicazione stazione motrice: Intermedia
Ubicazione stazione rinvio: Monte
Ubicazione stazione tenditrice: Valle
Ubicazione magazzino: No
Senso di marcia: Antiorario
Sostegni totali: 75
Sostegni ad appoggio: 65
Sostegni di ritenuta: 4
Diametro fune portante (Ø mm): 38,0
Diametro fune traente (Ø mm): 25,0
Impianto che sostituisce: nessuno
Esercizio:: Estate ed inverno

L’impianto era in realtà costituito da 3 tronchi totalmente indipendenti più un quarto tronco di costruzione Agudio ma in gestione alla società esecutrice Gi.Lo.Va.L. che univa la stazione di arrivo in sponda sinistra con la stazione di scarico del cemento all’impianto di betonaggio posto in sponda destra. La particolarità dei tre tronchi era la presenza di ben 6 dispositivi intermedi chiamati in gergo “rompi-tratta” che avevano la funzione di svolgere le operazioni di tesatura e/o ancoraggio delle funi portanti.
La teleferica permetteva di trasportare 50 tonnellate di cemento all’ora.
Durante i lavori la teleferica ha trasportato, giorno e notte, circa 250.000 t. di materiali vari e cemento, con punte mensili di 30.000 t.
Descrizione delle tipologie di stazioni poste alle estremità di ogni tronco:
-A valle vi era sempre una stazione di rinvio, ovvero dotata di una grossa puleggia montata su un carro tenditore che era a sua volta mantenuto in tensione da un contrappeso. Tale stazione fungeva anche da ancoraggio delle funi portanti su una grossa toma o tamburo di ancoraggio dove entrambe le funi erano fatte girare attorno per 5 o 6 spire e poi ancorate alla struttura portante della stazione tramite morsetti.
-A monte invece era presente la stazione motrice. Il layout della stazione comprendeva una sala macchine posta nel primo piano interrato, il locale macchine comprendeva al suo interno un motore elettrico calettato su un albero motore a sua volta calettato su una grande puleggia a due gole e da un motore di emergenza a scoppio calettato su un albero motore parallelo al principale ed unito a quest’ultimo tramite un riduttore meccanico. Anche la stazione motrice era del tipo con ancoraggio delle funi portanti in ugual modo alla stazione di rinvio.
Descrizione della Linea
La linea seguiva un andamento del terreno rettilineo. Le funi erano sostenute da cavalletti a portale costruiti in carpenteria metallica che sostenevano le funi portanti tramite scarpe mobili e le funi traenti tramite rulli raccogli-fune ed infine la fune telefonica sostenuta da un isolatore ceramico montato sulla testa del portale. I cavalletti avevano altezze differenti in base alla morfologia del terreno con altezza pari a: 6, 8, 10, 12, 14, 16, 18, 20, 22 (m).
Descrizione dei tronchi
– Il primo tronco aveva partenza in località Tini, la cui stazione era del tipo di rinvio e tensione fune traente tramite un contrappeso posto in un pozzo profondo 8 m. la stazione motrice si trovava in località “Casa Gualdo” o “Gualt” per i locali. La stazione a Gualdo fungeva da intermedia poiché i carrelli non vi sostavano ma vi transitavano solamente, infatti, la parte a monte della stazione ospitava il rinvio del secondo tronco. Il dispositivo intermedio del primo tronco si trovava e si trova tutt’ora sulle pendici del Pizzo Calcagnolo, posto una trentina di metri più in alto rispetto al torrente Rabbiosa, aveva la funzione di tensionare entrambe le 4 funi portanti dei due tronchini tramite 4 grossi contrappesi in cemento armato riempiti in terra.
– Il secondo primo tronco come descritto sopra, partiva dalla stazione intermedia di Gualdo e arrivava alla stazione intermedia motrice sita in località Passo di Angeloga, e nota a tutti dopo la costruzione degli impianti a fune come “Località Vertice” poiché sia la stazione della teleferica che quella della funivia compivano un angolo netto di 105 gradi sessagesimali. Una particolarità di questa stazione riguarda il curioso sistema di trazione del tronco 2 e del tronco 3 con un unico motore elettrico. Infatti i due tronchi erano mossi da un solo motore e anche per gravità dovuta dal terzo tronco il cui profilo era perlopiù in discesa. Il dispositivo intermedio del secondo tronco svolgeva analoga funzione di quello del primo tronco ed era posizionato a fianco all’unico dispositivo intermedio della funivia. Oggi entrambi i dispositivi si possono vedere da vicino percorrendo il sentiero che dall’Alpe Motta conduce all’Angeloga, spesso i dispositivi sono chiamati “Cambio-Fune” per via dell’effettivo cambio di fune portante tramite una scarpa speciale che nella parte centrale assomiglia molto ad una rotaia.
– Il terzo tronco era quello più lungo con una lunghezza inclinata pari a 8817 m era composto da ben 4 dispositivi intermedi successivamente descritti. Il tronco giungeva alla costruenda diga tramite una stazione semi-intermedia con funzione di rinvio della fune traente del terzo tronco. I dispositivi intermedi invece erano posti in modo da tensionare o da ancorare alternativamente le varie funi portanti in modo da risparmiare il peso aggiuntivo dei contrappesi ed erano della seguente tipologia: il dispositivo 1 era di ancoraggio e tesatura ovvero ancorava il secondo tronchino (si intende che ancorava le funi portanti) e tensionava il primo tronchino, il dispositivo 2 era della stessa tipologia del primo, era posto a metà tracciato a fianco al dispositivo intermedio della funivia (II tronco); il dispositivo 3 era di doppio tensionamento ovvero come i dispositivi posti sul primo e secondo tronco, e il dispositivo 4 invece era di tensionamento e ancoraggio infatti ancorava le funi del quarto tronchino e tensionava quelle del quinto.
– Il quarto tronco partiva dalla stazione semi-intermedia e tramite un’unica campata giungeva in sponda destra dove era posizionata la stazione di scarico del cemento tramite ribaltatori automatici che travasavano il cemento in condutture che lo stoccavano in appositi silos dell’impianto di betonaggio.

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